Archive for Luglio, 2008

«Il lodo Alfano»

Domenica, Luglio 27th, 2008

Per Berlusconi «il lodo Alfano difende la democrazia». Poi si espone durante un’astuta conferenza stampa sul fatto che per quattordici anni è stato perseguitato dalla Magistratura. Dimentica di dire che egli stesso ha sempre disattivato le norme, allo scopo di favorire i propri interessi economici e di potere, e quelli dei solidali. Ottenuta la vittoria nelle elezioni politiche dell’aprile 2008 con messaggi improntati sulla bugiardaggine, di facile presa sulle menti non avvezze al ragionamento, ha poi preteso priorità di programmazione politica per mettere a tacere la Magistratura non considerandola (cfr Carta Costituzionale) istituzione indipendente ma sottomessa al Governo. Eccolo utilizzare il “lodo Alfano” prettamente per non farsi processare, legge ad personam. Antonio Di Pietro ha affermato che assistiamo ad una «dittatura dolce», eufemismo fuori luogo. La dittatura lo è o no. Berlusconi nega la Giustizia, le leggi dello Stato, meno quelle proposte dai parlamentari del suo personale partito: protervia e privilegio diseducante per i giovani. Agisce nella menzogna, differente dell’astuzia perché studiata “a tavolino” per denigrare l’avversario o soggiogarlo. L’ex-ministro del governo Prodi, Mastella, se ne è accorto tardi, un pivello della politica (!). Che farne di un capo di Governo così? E’ l’impegno preso da Antonio Di Pietro con i propri elettori: frenarne l’escalation  megalomane, nell’attesa che il popolo non ricada nella credibilità nella prossima sceneggiata elettorale di tali personaggi pretendenti a guidare l’Italia.

Gli studiosi che facevano scuola nella formazione dei docenti

Mercoledì, Luglio 23rd, 2008

Sino a metà degli anni Settanta del secolo scorso c’era ritrosia per condurre approfondimenti e ricerche sull’istruzione ed educazione dei sordo(muti). Il motivo evidente: i laici che insegnavano nelle Congregazioni religiose si guardavano bene di pestare i piedi o di contraddire i maestri conclamati tali sia dalle stesse Istituzioni sia dagli allievi. Prevalevano studiosi ecclesiastici: da una parte i Profico, gli Elmi, gli Zecchini, dall’altra alcuni laici come i Francocci, i Gaddi, gli Scuri e pochi altri.  Coloro  che avevano supporti politici e/o vertici di Curia dirigevano le «Scuole di Metodo» dalle quali uscivano i nuovi docenti che iniziavano ad istruire i sordi nelle poche scuole statali, per la verità solo tre; le altre erano governate dalle Congregazioni religiose e alcune dall’Ente Nazionale Sordi  (ENS). Ma perché i cosiddetti laici non si davano alla ricerca, agli studi comparati eccetera? La risposta è semplice: molti di loro erano privi del titolo accademico. Non sapevano come si predipone una tesi di laurea. Non scherzo; pertanto non avevano idea di esercitarsi su un programmato lavoro scientifico; al massimo si davano alla prosa (…). Insegnavano col metodo appreso dai loro maestri nelle Scuole di Metodo. Ricordiamo che parecchi di loro erano reclutati dalle Congregazioni o da Enti allorché - rimasti esclusi dall’accesso alla cattedra per i normodotati - erano reciclati per l’insegnamento ai «poveri sordomuti». Insegnavano per mesi, talvolta per l’intero anno scolastico addirittura gratuitamente, per il solo fatto di conseguire il ‘punteggio’. Inoltre i neo docenti non entravano in sintonia con gli alunni, salvo eccezioni. Sicard, successore nel famoso Istituto per sordomuti di Parigi di Padre de l’Epée, paragonava il cervello del sordo non istruito ad una pagina bianca, tabula rasa, considerandone i sensi spenti, incapaci di condurre lo stimolo all’apparato cerebrale. Si attendeva che qualche studioso, di buona  volontà e sveglia intelligenza, iniziasse ad indagare sui processi linguistici visivi dei sordi, sulla memorizzazione e altro ancora. Le Università italiane, solo all’alba del terzo millennio, proporranno moduli d’insegnamento di discipline quali Psicologia dell’handicap, Laboratorio per i linguaggi del sostegno (Moduli  per l’infanzia e scuola primaria) e altri insegnamenti nei corsi (affrettati) per il sostegno nella scuola secondaria. Pochissime Università hanno dato incarichi a sordi laureati in lingue o in psicologia. Anche perché  un numero considerevole di studenti sordi hanno conseguito la laurea in fretta, sospinti da chi li ha accompagnati nell’itinerario accademico, gli interpreti, i quali - per evitare la disoccupazione - diventano avvocati difensori di una comune causa! Molti sordi, che si apprestano oggi alla docenza come incaricati all’insegnmento dell LIS (Lingua Italiana dei segni), mancano letture riflessive su L.S. Vygotskij, su (de) Saussure, su Piaget, sulla Montessori, su Lurija, senza queste basi sono modesti «addestratori» di una lingua che, i futuri docenti di sordi, potranno anche apprendere nella ripetitività del segno motorio, ma con deficienze teoriche che gettano ombre sulla didattica e dubbi su chi ne segue le lezioni.  Ma se da una parte assistiamo ancora a docenti sordi o audiolesi con carenze nella propria diciplina insegnata, la lingua dei segni, dall’altra notiamo anziani docenti che, al termine della loro carriera «linguistica-logopedica», come il recente testo di Giuseppe Gitti, Sordità e apprendimento della lingua, FrancoAngeli, Milano 2007, induce a confendere chi si avvicina alla conoscenza scientifica dei processi psicocognitivi e linguistici del sordo. Gitti ha sempre escluso dalla sua attività riabilitativo-logopedica la lingua dei segni, giudicandola non lingua o prettamente mimica. Oggi, nella sua terza età attiva, recatosi in Africa ha notato che, anche ivi, i sordi segnano, optando «che nessuno può negare alla persona sorda di utilizzare la LIS o di frequentare chi e la comunità che vuole» (op. cit. p. 114). Gitti non ha mai sperimentato la LIS nell’interrelazione con i sordi perché non la conosce come lingua ma (forse) sa eseguire qualche segno. Di fatto non la esamina da linguista, la considera un obbrobrioso mezzo che soffoca la possibilità di apprendere la lingua verbale.

A questo punto ci sono due riflessioni: da una parte pochi ricercatori sordi italiani sono all’alteza di difendere e rispondere scientificamente che la lingua dei segni è efficace mezzo per esprimere il pensiero e l’emozione; dall’altra ci sono ancora “maestri” formatori di logopedisti e insegnanti di sostegno con pregiudizi e carenze che bloccano le intelligenze non temprate. E’ bene studiare la LIS - come vogliono i sordi - ed è giusto che sia così. Ma ricordiamoci che la risposta per il nostro reale progresso linguistco (non solo nell’accoglienza e utilizzazione della LIS nell’interrelazione) è nella full immersion visuomanuale in cui la primaria lingua si coniuga con la vocale, troppo spesso dal sordo considerata ‘pesante’ e che, con l’altra, si sposa per aprirgli le ali e oltrepassare chi si fossilizza sulla lingua  scaturita  dall’orecchio e dalla struttura labiobuccale (..)..

La Guzzanti, Al Tappone e…

Venerdì, Luglio 11th, 2008

La rivista MicroMega  (www.micromega.net) diretta da Paolo Flores d’Arcais e l’IdV di Antonio Di Pietro, con i ‘preistorici Girotondini’ hanno deciso di scendere, l’8 luglio 2008, in piazza: la stupenda Piazza Navona in Roma. Fino alle 20,30 di sera la manifestazione di protesta, per il cosiddetto «Lodo Alfano», - racchiudente la proposta del ministro della Giustizia che, osservandone la fisiognomica  può  essere considerarato a proposito per i conforti politici di Al Tappone - tutto è andato  sul progamma predisposto. Poi entrano in scena la Guzzanti (satira) e Beppe Grillo (menestrello del popolo) e sparano bordate sulle alte cariche dello Stato. La ragione e il plauso della gente per l’iniziativa di Antonio Di Pietro e altri diventano un boomerang per taluni scurrili attacchi dei due contro Benedetto XVI, il Capo dello Stato e la ministro Carfagna.

Le cose sono serie, anzi due fondamentali: l’una è che non si può più criticare (la democrazia vive grazie al giudizio critico del popolo).  La Sabina ho puntato tropo in alto, addirittua Napolitano e il Papa. Ma di grave che cosa ha detto? Semplicemente che Pertini e Scalfaro non  si sarebbero prestati al gioco, non avrebbero mai firmato il “lodo Alfano”; l’altra è che le “sparate” di certi validi, a mio parere Comici, risvegli il sonno della gente, quella gente che gode ai culetti scodinzolanti delle veline, che segue le vittorie politiche di Al Tappone  e se ne gloriano spesso, compresi certi operai che si lamentano di non avere euro sino alla fine del mese!,grazie al “sonno cerebrale” di un’alta percentuale di persone prese, ancora una volta!, per il c* dall’esimio Cavaliere. Da quando Berlusconi è in politica non c’è serietà di decisioni nel dibattito parlamentari. Ci sono politici autocomandati o, appositamente presenti in parlamento, per gesire esclusivamente le quetioni del capo del governo (vedi l’avv. Ghedini e altri). Vi ricordate dell’avvocato ad personam di Berlusconi, Previdi? Ebbene cosa è cambiato da allora? Tutto si ripete alla lettea. Cambiano i teatranti  ma no la trama. Per un obiettivo: fare i cavoli miei e/o interpretare la legge come mi pare e piace! Così è la filosofia di Al Tappone. Ce ne rendiamo conto? No. La gente, secondo i sondaggi di Renato Mannheim, crede ad Al Tappone. Invece il popolo chiede cose elementari, alla portata di mano da tutti, dalla vecchina non ancora rincitruillita all’uomo che ragiona sul semplice: difendersi dalle accuse davanti al giudice. «La legge è uguale per tutti». Dovremmo forse aggiungere sotto «meno per Berlusconi»? Vero che ci sono delle forzature (talvolta) nei confronti del Personaggio Berlusconi, ma diciamo la verità: il  comportamento del capo dello Stato è da statista? Secondo parecchi osservatori è da teatrante. L’unica cosa perché si rivaluti come uomo e cresca vero statista è rispondere alle domande del giudice. Di Pietro ha avuto 265 processi e sempre   assolto di fronte alle accuse. Rimane questa amara considerazione del tipico conflitto freudiano: chi riconosce la colpa è un eroe e si pone al giudizio; il contrario è la fuga dallo stesso giustificandosi  d’essere persecuitato dai magistrati. Più chiaro di così!