Archive for Giugno, 2009

Il consenso politico ai disabili

Venerdì, Giugno 12th, 2009

Mi sono chiesto nel leggere i risultati delle elezioni amministrative ed europee, se è vantaggiosa o meno – se esistente – la disabilità del candidato.  La domanda mi è sorta quando un mio amico collega non-vedente (una volta si diceva  cieco) è stato da me stimolato a candidarsi per l’Idv, qualche mese prima delle elezioni  provinciali, in una cittadina media, dove sì ci si conosce, ma non abbastanza  e vince l’etichetta che ti appioppa chi non pensa abbastanza “Si candida un cieco, quello non ruberà” e altre baggianate (…). Il mio amico cieco si è fatto conoscere attraverso la rapida comunicazione verbale. Il telefono è stato il suo mezzo vincente. Il contatto diretto ha sospinto quasi il 10% dei votanti a sceglierlo. Nel collegio l’Idv non aveva radici. L’esito dell’elezione, primo consigliere della mia provincia, mi ha indotto alla riflessione su ciò che scriveva la sordo-cieca Helen Keller: «La sordità isola dalle persone, la cecità dalle cose.» Alla domanda se le fosse stato possibile scegliere un senso, rispose: «Vorrei ascoltare la voce di un bambino.»  In politica il cieco ha il diretto contatto con l’elettore. Costui gli parla, supera il primo disagio, se ne convince delle capacità e possibilità di fare politica attiva: e lo vota. Il candidato sordo è solo. Se il partito non gli fornisce una persona esperta per la comunicazione in lingua dei segni, o per un’idonea labiolettura, o non dispone di strumentazioni mediali,  l’elettore finirà per dire «Sei bravo, sei coraggioso….», ma voterà un altro. Perché la sordità impegna la conoscenza culturale e di comunicazione del sordo che, oggi, il 99% degli elettori udenti non ha. Quando si parla di democrazia partecipativa alla politica si deve allargare il discorso programmatico per tutti  gli elettori e non solo per l’elettore normodotato. Costui si affaccia alla politica per un interesse economico, di carriera e così via. Noi sordi lo facciamo per vera passione, per migliorare la nostra gente simile, o per i disabili in generale.  Questo potrà capirlo ADP, ma non ha tempo per farsene un problema né di sensibilizzare i suoi capetti territoriali, o i parlamentari. Il mio amico cieco ha superato le “barriere” e per farlo è bastato chiamare una persona sensibile e dirle “Mi accompagni?”. Per il sordo no perché implicava il partito a modificare le strutture, a spogliare i candidati nella psicologia, un rapido esame sulla realtà della società. Per questo ho gioito che Mirco abbia battuto i furbastri e gli ultimi opportunisti del partito saliti sul carro, quelli del bla-bla. Mentre lo pensavo mi sono chiesto: “Sei stato campione, un coraggio noto solo a tuo figlio Marco e alle persone che, con te, hanno lottato all’inizio.”  A testa alta mi sono allontanato dal gruppo festeggiante, sentendomi un signore.

La scelta di fare

Martedì, Giugno 2nd, 2009

Non c’è possibilità di opporsi alla potenza economica del premier. Il denaro, in un Paese senza educazione ai valori democratici, che non rispetta le regole perché la legge  è estromessa, è destinato all’implosione, al caos. Il Pd non ha dirigenti credibili. L’unione tra Pd e Margherita ha prodotto presuntuosi che, in guerra fra di loro, ha messo ko Veltroni, il primo ad essere sacrificato in questo valzer di ricerca del Messia da opporre a Berlusconi! Occorre un bagno d’umiltà fra i dirigenti di entrambi i partiti fusi  (ma integrati?!). Abbiamo argomenti di dibattito, ma leaders incapaci, scarsamente preparati ed efficaci per sostenere i contributi e le linee programmatiche della nuova società emergente, dei giovani innanzituto! Eccoci pettegolare - come le comari di rione - sulle “veline”, su Letizia Noemi, sulla Santachè puntellante Berlusconi: pettegolìo di potenzialità mentali deboli: e i media del Padrone dell’Italia, Berlusconi, ci va a nozze! Luigi Einaudi scrive: «La maggior parte delle parole adoperate dagli uomini politici sono evidenti per la mancanza di contenuto. Che è probabilmente la ragione del loro sccesso: vengono scelte perché adattabil a qualsiasi aione il politico possa intreprendere.» Oggigiorno con i massmediologhi al servizio del premier non c’è scampo: egli ha sempre ragione perché parla ai cittadini da padrone-proprietario dell’Italia. Il conflitto d’interessi? Qualcuno se ne ricorda? Io, piccolo ‘ribelle’ di provincia, mi sono candidato indipendente nel PDCI nelle elezioni provinciali, e nel mio “santino” ho fatto stampare dei vv. che riporto. 

La scelta di fare

I candidati tutti uguali nel bla-bla.

Emergono nelle promesse, parole.

Sono capaci di istigare

che gli altri sono peggiori.

Io non parlo. Sto qui a osservare.

Coi fati ho mostrato che esisto.

Per questo ti invito, elettore

nella scelta dell’uomo:

con lui aprirsi nel fare.