Archive for Febbraio, 2012

GIUSTIFICAZIONE DEGLI INSUCCESSI NELL’ISTRUZIONE DEI SORDI…

Mercoledì, Febbraio 29th, 2012

(22.08.2004) Per giustificare spesso l’insuccesso d’istruire i sordi gli insegnanti affermano, nel venire a conoscenza dei buoni risultati riportati da un collega, che  lo scolaro esaminato non fa testo perché «sente bene»; con questo ammettono che, il successo scolastico di un sordo, dipenda esclusivamente dai residui uditivi - dalla percezione - piuttosto che dalle capacità del docente di ricercare un metodo appropriato e un’efficace comunicazione con l’alunno per spiegargli bene le conoscenze e indirizzarlo nel processo di critica.

L’IPOCRISIA DELLA FALSA INCLUSIONE

Giovedì, Febbraio 23rd, 2012

La VII Commissione (Cultura, Scienze e Istruzione) della Camera era chiamata ad esaminare il nuovo testo della proposta di legge C. 4207, recante: «Disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva e riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana». Testo unificato delle innumerevoli leggi  proposte sulla LIS, licenziato dalla Commissione permanente del Senato approvato durante il Governo Berlusconi, ma il 16 febbraio 2012 ha avuto  il «parere contrario» dalla VII Commissione della Camera dei Deputati. La Commissione ha rigettato con un  comunicato indolente, mostrando ignoranza esplicita sull’argomento,    disattenzione per bambini e adulti privi dell’udito e difficoltà di linguaggio verbale, sposando  proposte di (ri)abitazione alla carlona, non pensando che – la loquela – è azione di processi psicomotori   dipendenti a solleciti cognitivi nell’utilizzo di uno «strumento»  di comunicazione. Linguisti del calibro di Noam Chomsky, del nostro Tullio De Mauro, ex-ministro dell’Istruzione che, pur riconoscendola «lingua» vera e propria, non è riuscito a imporla materia d’insegnamento facoltativo nella Scuola… L’ipocrisia del verbale della Commissione è massima quando afferma di ottemperare «grande attenzione e cautela» (sic), come dire che, “segnare” con le mani sarebbe come se, i bambini o gli scolari siano loro sordi o udenti, maneggiassero coltelli!. Sorgono, a questo punto, interrogativi vasti: legislativi e procedurali sull’approvazione di  una legge in Italia.  Intuisco il risibile del lettore! Ma al Senato l’Idv, grazie ai senatori guidati da Belisario, che stimo, licenziò positivamente la legge (!), vuol dire che il nostro ADP – come tanti notano ogni anno all’assemblea di Vasto dell’Idv portando, chi scrive, innumerevoli sordi, ivi convenuti nella loro invisibile disabilità, felici di comprendere ed essere attivi, grazie all’interprete di LIS – ha deputati capaci, o almeno quelli della Commissione VII della Camera, bravi solo, che io sappia, ad alzare la  manina per adeguarsi alla maggioranza. Come studioso di tematiche sociolinguistiche, che valuta e rispetta la «lingua», soprattutto la lingua che stimola i processi di apprendimento, non può sottacere che taluni dei ‘nostri’ non abbiano contrastato la maggioranza (almeno è evidente dal verbale della Commissione presieduta dalla vicepresidente Di Centa). Vorrei che si riflettesse sulla considerazione di Wittgenstein: «Non parlare mai di una cosa che non conosci.» Il fatto di cestinare la pdl 4207, rinviando la soluzione dei problemi dei disabili sensoriali, coprendola con una spolverina ipocrita di cipria, dicendo di difendere una presunta “inclusione”, affermo, al contrario, con Don Lorenzo Milani, Priore della scuola speciale   per contadinelli di Barbiana, nel Mugello, che «è la lingua che fa eguali», ovviamente  si riferiva alla lingua italiana, la capacità di saperla utilizzare per iscritto e parlato; io la penso allo stesso modo, aggiungendo che è nella comunicazione, anche nelle mie o le altrui mani, che riconosco l’intelligenza del mio interlocutore e gli indirizzo la mia!    
 

SEGNARE AMORE

Lunedì, Febbraio 20th, 2012

Quando mi spoglio ai giorni
nello stimolo risposta
d’infanzia sonora vissuta a valle
aperta a vita, al narrare al canto,
mi accorgo abbarbicarmi al segno.
Cinestetica mano ara parole sul corpo
in spazi cognitivi consentiti.
La gente mira l’imago-movimento e
la mente disistima l’uomo verbum.

Stasera capisco l’abuso violenza
dell’uomo cianciante. Nullità.
Sul litorale alla necessaria flebile luce
osservo motilità di labbra di donna e
le mie mani che le segnano amore.

QUANDO IL PARLAMENTO E’ CONTRO LA LINGUA…

Lunedì, Febbraio 20th, 2012

   

La VII Commissione (Cultura, Scienze e Istruzione) della Camera è stata chiamata per esaminare il nuovo testo della proposta di legge C. 4207, recante   per oggetto: «Disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva e riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana». Il testo, unificato, proviene dalle varie proposte legislative di quasi tutti i Partiti presenti in Parlamento, e licenziato dalla   Commissione permanente del Senato durante il Governo Berlusconi, ha avuto,  in data 16 febbraio, il «parere contrario» dalla VII Commissione della Camera dei Deputati.

Il verbale finale della Commissione, che non dice proprio niente sui processi linguistici della lingua  visuomanuale plaudita, per darvi un’idea, da  geni del linguaggio come Noan Chomsky e, in Italia, dall’ex-ministro dell’istruzione, Prof. Tullio De Mauro, che tuttavia ha la “colpa”  di non averla favorita  nell’insegnamento nella scuola  si ogni ordine e grado (…). Il parere contrario della Commissione recita, con ipocrisia, di ottemperare «grande attenzione e cautela» (sic), come dire che, “segnare” con le mani sarebbe come se, i bambini o gli scolari siano loro sordi o udenti, maneggiassero coltelli….
 

Sorge l’interrogativo, ma che parlamentari abbiamo? Infatti, costoro sono deputati «normali», pensano con gli orecchi (sic) che,   molto probabilmente, non  favoriscono un processo di analisi di tematiche del visivo e della motilità. L’ipocrisia della VII Commissione è massima, direi offensiva (!). Si dice, nello strampalato comunicato di rigetto della LIS, che occorre «produrre la massima inclusione nella società delle persone prive dell’udito, e che il riconoscimento della lingua dei segni, già peraltro, di fatto, pienamente utilizzata (??? gli interrogativi sono nostri), potrebbe portare più che ad includere i non udenti nella società piuttosto ad escluderli…» (sic). Allora la nostra riflessione conduce a questo: se la LIS utilizzata nella società condurrebbe all’esclusione, si affermino i contesti in cui avverrebbe! Portate argomenti scientifici! Confrontatevi con quei sordi capaci di ribattere in possesso di titoli scientifici! Non vi avvedete, signori Onorevoli, che siete ridicoli?  Wittgenstein afferma, lapidario: «Non prendere mai posizione su un argomento che non conosci bene!»

Andiamo in una classe dove frequenta la scuola un bambino sordo o ipoacusico, verifichiamo l’attività didattica della sua “insegnante di sostegno”, facendo attenzione alla  comunicazione e vi avvedrete, esimi  onorevoli…. Non ci siamo proprio: e non si uscirà MAI dal tunnel in cui siamo precipitati perché, nelle nostre Università, prevale ancora un insegnamento psittacistico della conoscenza della comunicazione dei sordi o ipoacusici. Sono frasi per lo più orecchiate dagli udenti dappoco, non da studiosi del linguaggio e della mente!. A questo punto si potrebbe dire che, la 1^ Commissione del Senato che aveva approvato l’iter della legge sulla LIS, è composta di uomini e donne fuori dal mondo, a meno che, la Presidente dell’ENS precedente, Ida Collu, sia stata molto abile, molto intelligente, molto ferrata nella conoscenza dei processi psicolinguistici dei sordi portando argomenti forti per convincere i senatori.
 

Qualcosa non torna, signori! Allora chiudete tutto ciò che è gestito dagli udenti per i sordi, affidando ogni realtà alla loro gestione diretta, a partire dai telegiornali della LIS. Come fanno le TV statali in alcune Paesi! Gli utenti sordi si autogestiscano l’informazione… Qui, se qualcuno non l’ha ancora intuito, si apre una diatriba senza fine. Ci stimiamo abbastanza intelligenti e colti da tenere testa, in un dibattito pubblico, alla presenza di giudici imparziali, sulla validità o meno della LIS, nei processi di apprendimento. Questo non vuol dire che respingiamo la parola verbale.
 

L’imbroglio è evidente: da una parte operatori per i sordi formati, o presenti a livello volontaristico, che agiscono con una formazione  «pressappochistica», tipica in Italia; dall’altra  professionisti  superformati, che si credono vessilli della  «normalità», della sanitizzazione, prendendo a modello Apollo, prototipo di vedere/ascoltare/deambulare alla perfezione…Il bambino deve imitarlo: e sarà tanto più «normale» (!) quanto più saprà immedesimarsi nel suo corpo.  Altro imbroglio allora: il corpo considerato come oggetto di lucro? Con quale coraggio un parlamentare afferma che approvare la LIS significa distogliere risorse per la riabilitazione eccetera? Non ci siamo! E’ la lingua verbale propria degli udenti che, blaterando in continuazione, finiscono per riempirsi la bocca di vuote parole, confondendo proprio tutti. Il pregiudizio sarà eliminato quando riusciremo, in uno Stato democratico, valutando la meritocrazia, avere programmi specifici di formazione e ciò che effettivamente gli operatori, che si dedicano alla scolarizzazione, alla cognitività e all’abilitazione dei sordi hanno l’obbligo di studiare.

QUANDO GLI UDENTI USANO I SORDI…

Mercoledì, Febbraio 15th, 2012

(22.07.1986) La più grande tragedia del sordo non è la sordità in se stessa,  bensì il momento in cui finisce tra le mani di persone senza scrupoli, che lo strumentalizzano per ottenere favori dal potere politico,  irraggiungibile altrimenti senza approfittare della disabilità sensoriale dei sordi.

IL MINISTRO NON CONTINUI A BERLA…

Lunedì, Febbraio 13th, 2012

Credo che sia difficile, in futuro, che i sordi e gli ipoacusici siano protagonisti nella società; per “protagonisti” mi riferisco alla loro capacità di manifestare i reali bisogni psicocognitivi e sociolinguistici, come avviene ai simili in tanti Paesi dell’EU. Invece, in Italia, siamo incarcerati nelle lobby. Costoro sono facilmente individuate nei settori sanitari, con la fisima di voler risanare, o addirittura sradicare la sordità dalla faccia della terra. E’ ovvio che, per un genitore, è bramosia avere un figlio «sano». Ma il piccolo sordo è sano e vispo: il genitore prende sempre  per modello (cfr R. Pigliacampo, 2008) il coetaneo con tutti i sensi ben funzionanti (…), riportando il discorso sul leitmotiv della normalizzazione

Un altro  principio emerge in Italia: la carenza della formazione specifica del personale che si dedica al settore scolastico e linguistico (intendo l’interazione col bambino e non agli aspetti logopedici…). Una percentuale di tale personale sospinge i sordi, loro stessi  bisognosi di supporto culturale, con spesso limitata comprensione di temi sociali, se non che la smania di gridare alla LIS, messa in testa ai dirigenti di associazioni più o meno grandi. Approvo la validità della lingua italiana dei segni, ma deve entrare nel contesto - anche teorico - con altre appropriate discipline d’insegnamento, tramite un’ottima programmazione per formare operatori qualificati! Oggi il MIUR, di cui ho fatto parte per un periodo nella Consulta nazionale, non compie lo sforzo di formare docenti e personale secondo l’evoluzione psicocognitiva e sociolinguistica  del bambino sordo in carico, ma esclusivamente per le smanie di chi gestisce il potere sui o per i sordi. Verissimo che un’elevata percentuale di docenti e operatori (assistenti alla comunicazione, interpreti di LIS o labiali) è «ignorante» sulle tematiche e problematiche della sordità, ma molto di più lo è chi si qualifica «professore» di discipline di cui non ha la base principale, che implica studiare prima lo sviluppo del bambino senza deficit sensoriali. Ecco che diveniamo complici talvolta di persone che, per il fatto di sapere qualche segno significativo, si spaccia di possedere conoscenze che, messe di fronte ai sordi professionisti (psicologi, pedagogisti, sociologi, ecc.) si squagliano come neve al sole! Di fatto la responsabilità ricade sul ministro dell’istruzione che va avanti alla giornata. Ci sono sordi con studi e titoli accademici all’altezza di fornire indicazioni, che gioveranno a tutti i bambini. Si abbia l’umiltà del confronto: e che il ministro non la beva, come troppo spesso succede!

IO COL MIO SILENZIO

Lunedì, Febbraio 13th, 2012

«Corriamo il pericolo di lasciare dormire tante parti del loro potenziale, non per malvolere, ma perché il tradizionale ruolo assistenziale ha generato una tendenza di pessimismo: gli esseri umani, compresi gli insufficienti mentali, possono diventare solo ciò che da loro si aspettano quelli che li circondano» così scrive Geoffrey Harris.  I  sordi e gli ipoacusici - e tanti altri  restati un passo indietro da chi si appropria di una presunta normalità - finiscono per sperimentare il condizionamento che, alla lunga, ci fa smarrire la nostra strada  maestra. Nessun delitto è tanto atroce quanto quello commesso dall’uomo normale! E «normale» rispetto a chi? Noi abbiamo bisogno di esigenze differenziate, che implichino impegni di persone intelligenti e colte con  equilibrata personalità. Il resto siamo noi - persone - nella nostra creatività di scambi con gli altri.  Eppure continuano a parlare di noi indicandoci “i diversamente abili”. Coniano di continuo nuovi termini a che pro o per che cosa? La società ci utilizza a pro domo sua. Ho scritto più volte che, molti handicaps, sono inventati dai normali, sì  - i normali -. Vorrei essere uguale a me stesso: capace di esprimere  le mie potenzialità, tutte. Negative e positive. Quelle devo dominarle con l’intelligenza, queste ultime devo esercitarle nella maieutica socratica. Il resto sono io, col mio Silenzio.  

Il cuore è un cacciatore di… parola?

Sabato, Febbraio 11th, 2012

E’ probabile che abbiate letto il romanzo di Carson McCullers Il cuore è un cacciatore solitario, un classico della letteratura americana, edito in Italia dapprima da Longanesi, poi dall’editore Corbaccio. La storia è imperniata sulla figura di John Singer, un orologiaio sordomuto. Che succede? Attorno a lui si ritrovano quattro personaggi: il loro fine principale è “parlare” ed essere “ascoltati”. E la scelta di Singer appare un paradosso! Jake Blount è un alcolizzato che vuole cambiare il mondo attraverso l’ideologia marxista; Benedict Copeland è un medico negro che ha speso tutte le sue energie per la causa dei fratelli negri; Biff Brannon è il proprietario del New York Caffé, con un gran cuore per gli emarginati e Mick, ragazzina con una passione sfrenata pr la musica, un numero imprecisato di fraratelli e sorelle ma nessun soldo in tasca. Singer labiolegge le labbra con pazienza, riuscendo a risollevare a ciascuno gli animi turbati dall’esistenza della vita e dalle sconfitte. L’orologiaio comprende gli altri ma anche i limiti delle proprie difficoltà di comunicare, riversando il desiderio di comunicazione su Antonopoulos, un amico sordomuto a cui lo lega la spontaneità d’accesso alla lingua dei segni. L’amico segnante è ricoverato in manicomio, Singer gli scrive stupende lettere, senza mai imbucarle. Gli racconta che le uniche gioie della sua vita sono state quelle trascorse insieme parlando a segni, aprendosi alle stesse esperienze. Il testo di McCullers ci induce a pensare alla vacuità delle relazioni umane e all’isolamento sperimentato, da ciascuno di noi, quando  dileguano i propri ideali, soprattutto il bisogno fondamentale di scambi relazionali, per lo più oggi spersi nella sopraffazione dei media.

Perché io sono sordo

Lunedì, Febbraio 6th, 2012

13.01.197(13.01.1977) Chi non va alla ricerca delle capacità dei sordi dalla nascita o divenuti in età evolutiva, chi non le apprezza, chi non le ama, chi approfitta dei sordi, grandi o piccoli che siano, per commuovere l’opinione pubblica, chi si spaccia per esperto educatore di sordi e non lo è, chi dimentica di avere due sensi intatti e, con gli stessi, tenta di dominare o soggiogare il sordo con prille parole a lui ignote, chi scorda che la vita gira veloce e ciò che oggi è doloroso per me domani potrebbe essere tuo (…); insomma chi agisce in questo modo non è degno d’essere mio amico perché io sono sordo.

Il Silenzio… ultima àncora di salvezza

Sabato, Febbraio 4th, 2012

 Da “Itinerario di Silenzio” (20.10.1980) La comunità dei sordi mi ha insegnato molto. Non posso accostarmi ad essa senza dirle grazie. Chi non vuol vedere, chi non vuole ascoltare difficilmente scoprirà il nuovo e il profondo nella cultura, nell’arte, nella forza di emancipazione dei sordi; e come potrebbe  essere diversamente se tutto è fondato sulla ripetizione e il tecnicismo? Oh non si avvede che il Silenzio è l’ultima àncora di salvezza?!