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L’ostacolo dei sordi è «il sordo»

Martedì, Settembre 18th, 2012

Sei un abisso d’ignoranza

simile a chi è senza cognizione.

Non è colpa tua. Poco ti hanno istruito.

Ogni giorno maneggiavi parole

su tonalità di voci e sintassi.

Ma l’Ostacolo regnava tristo e

per la mente la loquela spenta

attendendo infuso di gesto vocale.

Hai disperso il canto, poeta: e il sogno.

Svaghi nelle sere sul litorale

per non cedere alla Prepotenza e

invitti si credono nella Menzogna.

L’Angelo ritornerà sulla Terra

non celando i misteri di Dio e

aspre saette sulle istituzioni e

nella pugnace lotta prevarrà.

«Era un uomo» qualcuno dice.

«Che resta di lui?» insiste. «Un’icona.»

Laura, studiosa di pedagogia, dice:

«L’Ostacolo dei sordi è il sordo

INDIZIO FRATERNO

Mercoledì, Settembre 5th, 2012

Mi è accanto in silezio
sulla spiaggia per Numana.

Scalcia l’acqua sospirando sogni. 

Dice senza voce: «Hai sbagliato tutto.»

Leggo le labbra. Perplessi

guardandoci negli occhi proseguiamo.

Pensa che appartenga all’albo dei falliti:

io lo stesso di lui.

Così tanto ci rispettiamo!

«L’Adriatico è mutato» dico.

«Il mare di allora bambino.»

Ride, ironìa strana

segna il volto bellissimo.

«Hai sbagliato tutto» insiste.

«Potevi restare in città, colà

avresti fatto soldi, dicevi alla radio

con Zavattini, un’altra spinta e… »

Comprendo il discorrere labioleggendo.

Ha dato pugni pesanti sui ring d’Italia

ma le labbra son quelle di mamma.

Ridice dell’ingenuità del ritorno.

…………………………………….

Lontano fisso orizzonte di cielo

nel quale m’abbeverai fanciullo

nell’onda ancor cara al suono

sullo scoglio amico e gabbiani

schiamazzanti nel gironzare.

Con Ermanno vado a piedi nudi.

E’ stato un sogno rivisitato.

Guarda le sue mani potenti.

«A metà fu abbuiata la mia strada»

afferma. «Potevi tu l’ultimo sforzo

Non sapevo dei suoi sogni di gloria

e dolore. Sconosciuto fratello.

«Vedi, talvolta i luoghi t’invocano.»

Sorride bagnandosi il volto d’acqua di mare

gonfie gocce gli cadono sul viso abbronzato

guardandolo nella vitalità che prorompe

comprendo la materia che cinge sua vita.

Il silenzio regna anche verso Numana:

il Cònero si protende gibboso sul mare.

«Finiremo tutti dentro» dice.

Ha capito che ho scelto l’ideale

Mare azzurro di giuliva infanzia

volteggiano ad ali spiegate gabbiani

nell’ultimo volo alla costa.

L’onda che giunge nasconde le lacrime.

«Difficile restare» aggiungo.

Da Renato Pigliacampo, Dal silenzio, Forum/Quinta Generazione, Forlì 1983.