Archive for Febbraio, 2008

Troppa medicina specialistica e poca conoscenza psicopedagogica del fenomeno sordità

Venerdì, Febbraio 29th, 2008

Non si parla della sordità a sufficienza come fenomenologia sociale, evento; se ne discute invece troppo a livello medico specialistico, cosicché non si studia più il «metodo» per le necessità dello scolaro. Gli insegnanti cosiddetti di sostegno, non hanno conoscenze specifiche per elaborare progetti di apprendimento secondo la peculiarità del bambino. Nelle scuole specializzate di un tempo il docente si avvedeva dell’insufficienza riscontrata nell’alunno comparandolo ai simili presenti nella stessa classe. Spesso si avvedeva che lo svantaggio d’apprendimento non centrava per niente con la sordità, era causato dalla svogliatezza, da disattenzione nel seguire le spiegazioni eccetera. Eventi presenti come nello scolaro udente. Oggi notiamo che il bambino, per ogni ordine e grado di scuola, è “visto” come presenza che – per quel che fa o riesca a fare quasi come il coetaneo udente – diventa un fatto eccezionale! I docenti polivalenti  (sic) si stupiscono allorché il loro alunno comunichi per iscritto abbastanza chiaramente il pensiero. Quante volte nelle mie esperienze di visiting nelle scuole o di docente ho dovuto sorbirmi la labiolettura degli insegnanti polivalenti che mi annunciavano entusiasti che il loro alunno «è normale», «capisce tutto», «sa parlare bene» per il motivo, appunto, di impostare un dialogo a voce! Io non ce l’ho con i docenti di sostegno, perlopiù brave persone, sono incavolato - così la maggior parte dei sordi istruiti e colti - con lo Stato che non perfeziona i docenti secondo le loro richieste di divenire professionisti di un settore specifico della scuola. La professionalità è presente solo in alcuni di loro, negli altri le conoscenze didattiche e di comunicazione – se ci sono! – si estendono per ogni tipologia di disabilità. Per lo Stato, favorire un buon insegnamento nei confronti dei disabili, significherebbe aumentare risorse da investire; solo così ne sortirà un docente realmente specializzato, un professionista la cui opera – giustamente – va riconosciuta a livello economico; al contrario si continua ad andare avanti restando sul «pressappoco», sulla «polivalenza», sulla fisima di acquisire la lingua verbale, fermandosi sempre sulla soglia. Ignorante è il Paese che si blocca a mezza via nell’istruzione dei disabili, non avendo capacità né volontà di migliorare la qualità dell’istruzione, non riconoscendo che sono proprio i disabili!, veramente integrati, a favorire la crescita culturale migliorando la scuola. Lo psicologo L. S. Vygotskij affermava a cavallo del secolo scorso che «l’umanità prima o poi sconfiggerà la cecità, la sordità e la debolezza mentale (…)», aggiungendo poi che prima avverrà tuttavia la conoscenza del fenomeno per via sociale, pedagogico e psicologico. Ahi, non è stato così. La sordità appare sconfitta, oggi, con gli impianti cocleari, con le protesi computerizzate, con le staminali  eccetera. Il bambino sordo diviene, con la nuova tecnologia, un individuo del «sentire» e non dell’«ascoltare», là dove la persona è in marcia per crescere individuo cosciente della propria potenzialità. Negando al sordo un’istruzione elevata gli si nega la piena coscienza dei propri diritti. Il problema va ricondotto nelle strutture appropriate della scuola e dei docenti specializzati.

L’astuzia di sua Emittenza

Sabato, Febbraio 16th, 2008

Il 13 maggio 2004 il settimanale Espresso pubblicava un articolo di Peter Gomez e Marco Travaglio (v. pp.32-38) che, con la solita riconosciuta pignoleria professionale,  mettevano in evidenza le BUGIE del Cavalier Berlusconi. Ricordiamo all’elettore  del 13-14 aprile 2008 che (…) se non utilizza un po’ della propria intelligenza ci cascherà ancora una volta (sic). Berlusconi ha sempre avuto sullo stomaco chi approfondiva la questione dell’imprenditore padrone di TV, giornali, riviste, radio eccetera utilizzati per accrescere potere. Lui è “sceso in politica”, si è creato un partito per governare un popolo pro domus sua.  Negli anni che sta a palazzo Chigi ne racconta a bizzeffe. Dice: “Il conflitto d’interessi sarà risolto nei primi cento giorni del mio governo” (5.5.2001). Più avanti: “Il conflitto d’interessi è una leggenda metropolitana” (19.12.2003). Uscendo dal Quirinale Berlusconi afferma che Ciampi è d’accordo sulla legge Gasparri. Il Quirinale smentisce: “Non ne abbiamo parlato” (2.8.2003). Il 26 febbraio 2003 riunisce nella sua abitazione di Via del Plebiscito, a Roma, i leader della Cdl per decidere il nuovo Cda Rai. “Mediaset non farà nessun ricorso al condono fiscale”  (30.12.2002). Cinque mesi dopo l’Espresso scopre che Mediaset ha regolarmente fatto ricorso al condono risparmiando 120 milioni di euro di tasse.  Dice che presto riformerà la Giustizia (21 dic. 2001). Questo è avvenuto tre anni dopo: e tutti sanno che Giustizia sia  quella italiana! Dice che la persecuzione giudiziaria contro di lui è iniziata appena sceso in politica (17 giugno 2003). E’ il contrario: prima iniziano le inchieste sulla Fininvest di Berlusconi, poi scende in campo. La prima indagine su Berlusconi imprenditore (per traffico di droga!) fu aperta a Milano nel luglio 1983, poi archiviata. Nel 1989 è processato a Venezia per falsa testimonianza sulla Loggia P2: la Corte d’appello ritiene il reato dimostrato, ma alla fine è estinto per amnistia. In un modo o l’altro riesce sempre a cavarsela! Dice che alla fine è stata sempre dimostrata la sua innocenza, e assolto (29 gennaio 2002).  La verità è che non è mai stato assolto, è riuscito a sfuggire all’arresto grazie ai suoi bravissimi legali esperti di “cavilli” e soprattutto per le amnistie, prescrizioni, condoni, depenalizzazioni, leggi di impunità. Oggi  più di un terzo degli elettori italiani vuole rimetterlo a capo del governo. Dice che per il lefting l’ha fatto per accontentare la moglie (27 gennaio 2004). Veronica lo smentisce. Si potrebbe continuare per pagine e pagine sulle BUGIE di Silvio Berlusconi. Riflessione di fondo: Berlusconi è un un uomo che dice per dire perché riconosce limitatezza alla memoria umana. La gente ovviamente scorda e condivide il pathos del momento quando, con la sua parlantina, è ottimo prestigiatore con la parola, attore inimitabile nel recitare l’unto del Signore dispensatore di sogni. Agire così non gli costa niente. Poi - quanche volta - regalerà un giocatore fenomeno ai tifosi del Milan; uno strumento sofisticato all’ospedale San Raffaele di Milano di Don Verzè; un cotributo all’associazione X di disabili; andrà a piangere al funerale del soldato caduto per la “missione di pace” (…). Non c’è dubbio che, Berlusconi, è il prototipo italiano che fantastica di far soldi alla svelta, sfuggire alle tasse, fregare il concorrente, un “puffone” insomma, l’attributo che gli rivolse il giovane gridandoglielo in faccia ad una manifestazione di qualche anno fa (…). La politica  per lui è un esercizio giocoso, appunto fondata sul gioco. Gli italiani non arrivano a fine mese perché non hanno euro? Chi l’ha detto?! Possono sempre scommettere su tutto e… c’è, alla fine, chi diverrà milionario. E’ una fortuna che potrebbe baciare qualcuno durante la settimana, ma la maggioranza è invischiata a sperperare euro per… rincorrere i sogni della pedagogia berlusconiana. Certo, la fortuna, con la F maiuscola, l’ha arriso, ma come l’ha baciato? Che fosse indagato per traffico di droga la dice lunga! Siamo seri, riflettiamo: con chi ci si accompagnererebbe per un dialogo di propositi imprenditoriali? Berlusconi ti ascolterà pure, poi pronto dirà:   Ah, ci sei cascato ingenuo imprenditore! Nello stesso modo Berlusconi  “gioca” in politica. Casini lo sa bene. Fini lo saprà presto. Bossi è molto più furbo di Berlusconi perché non gli frega niente se diventa antipatico ad una parte degli elettori, e dunque a diversi leaders di partito, punta al sodo. Berlusconi finge d’amare tutto un popolo, vale a dire l’Italia, con la maestria della loquela per l’unico scopo di trombarla al momento opportuno. Come è già successo in passato con leggi ad personam. Bossi è furbo quanto Berlusconi, però mostra più dignità nel coraggio di metterci le palle: e se ne frega come lo giudicano gli altri perché non pretende d’essere amato dagli italiani, gli  basta il popolo padano: e nella miserevole rozza azione si eleva sulle finezze e falsità berlusconiane.

La conclusione è: fidarsi per riessere trombati è solo del masochista, dell’ingenuo e del fesso.

I disabili cestinati e l’astuzia dei segretari di partito

Mercoledì, Febbraio 6th, 2008

Come in passato, con questa legge elettorale “porcata” voluta dal centrodestra, un’orda di famigli e di amici tenteranno di saltare sul carro per accedere alla Camera e al Senato. Noi elettori non contiamo un fico secco, nel senso che non possiamo, com’era possibile una volta, scegliere il nostro candidato giudicato onesto, meritorio e competente. Eppure nella legge “sporca” è presente un’ingiustizia ancora più estesa, di cui nessuno scrive o parla: l’esclusione, dalla politica attiva e partecipativa, dei disabili.

I partiti hanno stabilito che le candidature siano alternate, nelle Liste, tra maschi e femmine. Ogni elettore, su questa scelta, non potrà dire la sua. Tuttavia per le donne toste, che credono nelle proprie capacità, potrebbe essere un’onta, per altre un’occasione da non perdere. E’ bene ricordare, in questa miserevole sceneggiata di attori/attrici in cui la democrazia è stata ridotta a meretrice, che nessun partito sostiene candidature dei cosiddetti diversamente abili, che sarebbero di esempio a quei parlamentari che si sputano in faccia in diretta TV, che si impediscono, a vicenda, il confronto democratico nelle proposte (…).

Vorremmo chiedere ai segretari dei partiti del centrosinistra che nell’ultima legislatura hanno candidato gay maschi e femmine, trans, rivoluzionari dichiarati, ecc., se gli sono stati utili per raggiungere il loro scopo. Noi portatori di handicap siamo impediti, da tutti i partiti, di contribuire alla soluzione dei nostri problemi nei maggiori consessi elettivi nazionali.La politica è fare” diceva Alcide De Gasperi, ma ci accorgiamo – ogni giorno sempre di più – che i  “politici normali” hanno paura di fare insieme a noi. Qui mi fermo. Pensiamo che i quasi cinque milioni di disabili del nostro Paese, impediti di scegliere direttamente il candidato, scrivendolo nella scheda come avveniva una volta, devono valutare bene, nelle prossime elezioni, le Liste dei partiti: e non caschino come al solito nella furbizia dei segretari di partito, soliti proporre a noi (i protagonisti) di essere inseriti a metà o a pie’ di Lista… se così agiranno ritenetela offesa!

Sarà la confessione esplicita della loro pochezza culturale e di sensibilità per l’uomo.

Il fare meglio dei sordi

Martedì, Febbraio 5th, 2008

Ho scritto che la sordità sensoriale è soggettiva; per esempio non si può affermare che la protesi x vada bene a me e a te. Quando si vuole correggere la vista le diottrie cono personalizzate al grado di perdita visiva. Vero che oggi abbiamo protesi acustiche personalizzate, ma l’ascolto (mi riferisco ad ascoltare e non al sentire che è differente) è un processo psicologico e linguistico che interagisce con l’intelligenza della persona (…).

Affermavo che la sordità è “personale”, ma si presenta come modus vivendi, filosofia esistenziale, processo di adattamento alla peculiarità del Silenzio (con la S maiuscola). La volontà delle madri - comprendiamole e giustifichiamole - è di favorire nel figlio, con problemi d’ascolto, la sanità dell’udito, meglio specificare l’opportunità d’udire la parola utilizzata dalla comunità di maggioranza. Le madri soffrono il trauma psicologico dell’incapacità di svolgere la loro principale funzione: parlare al/col figlio. Non avendo esperienza del Silenzio in esso scorgono negazione del presente e della vita a venire. Le mamme del Silenzio vedono nel piccolo loro stesse: non si lamentano più di tanto perché hanno sperimentato e vivono, quotidianamente, i differenti approcci psicolinguistici e relazionali. Ecco che la condizione nel Silenzio dienta una vera e propria filosofia di vita (cfr. R. Pigliacampo, Parole nel movimento. Psicolinguistica del sordo, Armando, Roma 2007), alla scoperta di quel che Henry Laborit considera nuove rotte per individuare orizzonti dei quali non credevamo l’esesitenza. Miseri sono i genitori che, con la smania di sanizzare l’udito, si disperano e rincorrono in ogni dove il famoso luminare (…). Ahimé, vedono nel figlio i pochi centimetri quadrati degli orecchi inefficaci dimenticando di fermare l’attenzione su tutto il corpo nella realtà cinestetica: gli occhi che non solo vedono ma captano le forme percependo intelligibilmente la/e motilità della/e mano/i. E’ aprirsi ad un linguaggio nuovo per un esistere utile alla comunità che è per lo più cianciante e ripetitiva. Dico sempre ai familiari dei bambini del Silenzio: nel vostro figlio non mirate la sordità, sebbene non si veda e solo voi la vedete!, ma il Silenzio perché, con la vostra maestria di educatori specializzati (dovete diventarlo), dovrete aiutarlo a divenire quel che è nel suo Silenzio di persona vincente. Dunque se non si lamentano i vostri figli per la disabilità all’ascolto della parola verbale perché dovreste lamentarvi voi? Non capite che combattendo il mostro Sordità le date chances per sopraffare, prima o poi, vostro figlio perché non lo state preparando alla vita secondo i bisogni rincorrendo un ipotetico modello udente che gli è sconosciuto? Basterebbe questa riflessione - che non è indietreggiare - per avere serenità, accoglienza di una condizione che s’apre al fare diversamente meglio.