L’astuzia di sua Emittenza

Il 13 maggio 2004 il settimanale Espresso pubblicava un articolo di Peter Gomez e Marco Travaglio (v. pp.32-38) che, con la solita riconosciuta pignoleria professionale,  mettevano in evidenza le BUGIE del Cavalier Berlusconi. Ricordiamo all’elettore  del 13-14 aprile 2008 che (…) se non utilizza un po’ della propria intelligenza ci cascherà ancora una volta (sic). Berlusconi ha sempre avuto sullo stomaco chi approfondiva la questione dell’imprenditore padrone di TV, giornali, riviste, radio eccetera utilizzati per accrescere potere. Lui è “sceso in politica”, si è creato un partito per governare un popolo pro domus sua.  Negli anni che sta a palazzo Chigi ne racconta a bizzeffe. Dice: “Il conflitto d’interessi sarà risolto nei primi cento giorni del mio governo” (5.5.2001). Più avanti: “Il conflitto d’interessi è una leggenda metropolitana” (19.12.2003). Uscendo dal Quirinale Berlusconi afferma che Ciampi è d’accordo sulla legge Gasparri. Il Quirinale smentisce: “Non ne abbiamo parlato” (2.8.2003). Il 26 febbraio 2003 riunisce nella sua abitazione di Via del Plebiscito, a Roma, i leader della Cdl per decidere il nuovo Cda Rai. “Mediaset non farà nessun ricorso al condono fiscale”  (30.12.2002). Cinque mesi dopo l’Espresso scopre che Mediaset ha regolarmente fatto ricorso al condono risparmiando 120 milioni di euro di tasse.  Dice che presto riformerà la Giustizia (21 dic. 2001). Questo è avvenuto tre anni dopo: e tutti sanno che Giustizia sia  quella italiana! Dice che la persecuzione giudiziaria contro di lui è iniziata appena sceso in politica (17 giugno 2003). E’ il contrario: prima iniziano le inchieste sulla Fininvest di Berlusconi, poi scende in campo. La prima indagine su Berlusconi imprenditore (per traffico di droga!) fu aperta a Milano nel luglio 1983, poi archiviata. Nel 1989 è processato a Venezia per falsa testimonianza sulla Loggia P2: la Corte d’appello ritiene il reato dimostrato, ma alla fine è estinto per amnistia. In un modo o l’altro riesce sempre a cavarsela! Dice che alla fine è stata sempre dimostrata la sua innocenza, e assolto (29 gennaio 2002).  La verità è che non è mai stato assolto, è riuscito a sfuggire all’arresto grazie ai suoi bravissimi legali esperti di “cavilli” e soprattutto per le amnistie, prescrizioni, condoni, depenalizzazioni, leggi di impunità. Oggi  più di un terzo degli elettori italiani vuole rimetterlo a capo del governo. Dice che per il lefting l’ha fatto per accontentare la moglie (27 gennaio 2004). Veronica lo smentisce. Si potrebbe continuare per pagine e pagine sulle BUGIE di Silvio Berlusconi. Riflessione di fondo: Berlusconi è un un uomo che dice per dire perché riconosce limitatezza alla memoria umana. La gente ovviamente scorda e condivide il pathos del momento quando, con la sua parlantina, è ottimo prestigiatore con la parola, attore inimitabile nel recitare l’unto del Signore dispensatore di sogni. Agire così non gli costa niente. Poi - quanche volta - regalerà un giocatore fenomeno ai tifosi del Milan; uno strumento sofisticato all’ospedale San Raffaele di Milano di Don Verzè; un cotributo all’associazione X di disabili; andrà a piangere al funerale del soldato caduto per la “missione di pace” (…). Non c’è dubbio che, Berlusconi, è il prototipo italiano che fantastica di far soldi alla svelta, sfuggire alle tasse, fregare il concorrente, un “puffone” insomma, l’attributo che gli rivolse il giovane gridandoglielo in faccia ad una manifestazione di qualche anno fa (…). La politica  per lui è un esercizio giocoso, appunto fondata sul gioco. Gli italiani non arrivano a fine mese perché non hanno euro? Chi l’ha detto?! Possono sempre scommettere su tutto e… c’è, alla fine, chi diverrà milionario. E’ una fortuna che potrebbe baciare qualcuno durante la settimana, ma la maggioranza è invischiata a sperperare euro per… rincorrere i sogni della pedagogia berlusconiana. Certo, la fortuna, con la F maiuscola, l’ha arriso, ma come l’ha baciato? Che fosse indagato per traffico di droga la dice lunga! Siamo seri, riflettiamo: con chi ci si accompagnererebbe per un dialogo di propositi imprenditoriali? Berlusconi ti ascolterà pure, poi pronto dirà:   Ah, ci sei cascato ingenuo imprenditore! Nello stesso modo Berlusconi  “gioca” in politica. Casini lo sa bene. Fini lo saprà presto. Bossi è molto più furbo di Berlusconi perché non gli frega niente se diventa antipatico ad una parte degli elettori, e dunque a diversi leaders di partito, punta al sodo. Berlusconi finge d’amare tutto un popolo, vale a dire l’Italia, con la maestria della loquela per l’unico scopo di trombarla al momento opportuno. Come è già successo in passato con leggi ad personam. Bossi è furbo quanto Berlusconi, però mostra più dignità nel coraggio di metterci le palle: e se ne frega come lo giudicano gli altri perché non pretende d’essere amato dagli italiani, gli  basta il popolo padano: e nella miserevole rozza azione si eleva sulle finezze e falsità berlusconiane.

La conclusione è: fidarsi per riessere trombati è solo del masochista, dell’ingenuo e del fesso.

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