Ignoranza e pregiudizi

I sordi ignoranti detengono pregiudizi nei confronti di chi ha la stessa minorazione sensoriale allo stesso modo degli udenti, più o meno colti, verso il sordo che svolge una pari attività professionale. La popolazione sorda ignorante (letteralmente ignora), ma non stupida, fa difficoltà ad accettare il sordo professionalmente valido e colto. Mi riferisco allo psicologo, al dentista, al medico, al sociologo sordi (…). Il pregiudizio può essere sintetizzato in questa definizione: «Non mi fido di te.» Sono sorpresi spesso quando vengono a conosceza di simili che lavorano come chi ha l’udito in attività professionalmente complesse, con alti titoli di specializazione accademica o dirigono settori specifici in un ente o dipartimento statale. Non c’è dubbio che i sordi trovino difficoltà ad accogliere nel proprio gruppo associativo i simili d’alta cultura. Statistica ed esperienze dimostrano che i sordi di cultura inferiore o bassa eleggono a governo delle loro sezioni o centri soggetti culturalmente disagiati. Pochi sordi laureati e/o con capacità di comunicare per iscritto, pur segnanti, riescono a farsi eleggere nelle cariche associative periferiche e, talvolta, nazionali. Gli udenti appartenenti ad un gruppo o associazione, di evidente limitatezza culturale, si avvedono sùbito - confrontandosi con i soci colti e documentati - che non sono idonei a guidare la categoria o l’associazione. I sordi no. La prima cosa che fanno è «imitare i segni colti», meccanicistici, magari estrapolati in un seminario o dibattito occasionale, incapaci di sviluppare l’argomento con la lingua dei segni, evidenziando facilmente all’esperto di trovarsi di fronte a «segni fatti». Poi non mancano mai di plaudire, nei contatti ufficiali con le autorità politiche o negli incontri associativi tra loro, alla propria istituzione e a chi la livello dirige a livello nazionale. Quando segnano lo fanno con calma, sono chiari nel lessico, non badano ai contenuti ma esclusivamene alla forma per far colpo. Poiché gli ignoranti - siano  udenti che sordi - la considerano parecchio sotto tutte le latitudini! Eccoli allora eletti per dirigere una sezione o per governare i sordi di una regione. Programma e progetti, in questo caso, passano in secondo piano (…). Di solito l’impegno operativo finirà quasi sempre sulle spalle dei segretari udenti di sezione e regionale.

Purtroppo è un circolo vizioso che può essere interrotto attraverso la formazione di quadri dirigenti, accogliendo, ovviamente, nel corso specifico pretendenti leader che siano in possesso di buona base culturale, capacità di comprendere e utilizzare la lingua scritta. Solo  così potranno esercitare il dibattito democratico organizzando tutti i processi di emancipazione strutturali necessari per gli associati.

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