Poema Nimittaka per Y

Nimittaka è un termine sanscrito che, tradotto in lingua italiana, significa “segnare” o lasciare una scia di piacere con le labbra e la lingua sul corpo dell’amata/o. Il termine ricorre nel titolo di questo piccolo poema vicino a Y, che rappresenta la donna, l’ispiratrice, la musa, il Canto per antonomasia.

La sua poesia è “segnata” e “visiva”, focalizzata sul corpo, che per Pigliacampo non è solo piacere dei sensi, ma pure preghiera, codice di parola segnica, messaggio. Così il poema diviene rito: il rito di Y e per Y attraverso il suo corpo.


VII


L’acqua scorre nelle anse dei tuoi seni,
scende nella valle
schiudendo il bocciolo di piacere, e
alla gioia d’un orgasmo tende.
Io viandante dei tuoi sentieri
m'avvicino al getto d’acqua



IX

Sulle rotte di antenati pirati
(segreto, o amore, che ti svelo)
provenienti dalla Trinacria
la nave ho varato per l’estate
alla ricerca d’isola di sogno.
Ho scoperto isola di silenzio.
Sono approdato con te a quelle spiagge.
Spossato per i tuoi baci sensuali,
per le carezze, per l’aprirmi
la Porta di Giada. Sfinito.
Il dardo d’amore mi hai suggito.
Il cervello svapora
nel vorace urto dei sensi.
Il poeta che è in me giace.
Insaziabile aspiri mia linfa.

Essere uomo in epoca d’Eros
induce l’Ariete a ghermire la fioca.
Morire d’amore è sogno di vate.


Poema Nimittaka per Y, Bastogi Editrice, Foggia, 2001, pp. 48.