LA POLITICA DEL «FARE» PER I DISABILI

Scrivevo il (03.11.2011)   In genere si parla molto di sordità e dei sordi. Ma raramente i politici lasciano ai protagonisti l’opportunità di costruire un progetto che risponda alla soluzione dei loro bisogni; col trascorrere decenni e decenni nel mondo della sordità e dei sordi rivestendo i diversi ruoli - sia come dirigente di una grande associazione sia come docente di sordi nella scuola dell’obbligo e poi didatta nei corsi di specializzazione - posso confermare che, il sordo istruito bene e colto, diventa elemento pericoloso per tutta la società.Questo avviene perché matura una dura critica verso le azioni della comunità. Pertanto l’amministratore udente teme di finire nella gogna dinanzi agli occhi del “popolo spettatore” per essere tacciato d’insensibilità quando non è in grado di rispondere ai «bisogni speciali». E’ urgente che i politici preparino, in seno al proprio partito, delegati che abbiano sensibilità e intuizione per i «differenti» o i «diversi» per rispondere fattivamente allo status dell’altro. Da Pensieri e  riflessioni sul Silenzio, in via  di stampa.

 

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