Nell’animo degli uomini

Nell’animo e nei propositi degli uomini veri d’ogni fazione - penso a La Pira, a Dossetti, a Gramsci, a Giorgio Amendola, sino all’attuale presidente della repubblica Giorgio Napolitano - la democrazia è un processo di aggregazione di idee che dovrebbe interessare tutti che non sia gabbata. Oggi, al contrario, la democrazia reale è trasformata in meretrice, attraendo solo i prepotenti, chi grida più forte nei dibattiti televisivi, chi ha più euro per comprare o commerciare il consenso, chi utilizza la calunnia nel mettere in brutta luce l’avversario interno e, quando serve, quello dell’altra parte (…).

Il grande poeta Eugenio Montale scrive in una poesia: «Spesso il male di vivere ho incontrato:/ era il rivo strozzato che gorgoglia,/ era l’incartocciarsi della foglia/ riarsa… ». Aggiungo nella mestizia di questa sera che esclude i disabili dalla partecipazione politica attiva: «… era il politico prostituito per lo scanno,/ era il leader che vedeva miope ogni cosa,/ era chi tesserato etichetta vana/ in cerca di posto di giornata… ».

Resto immoto sulla spiaggia del mio Adriatico a mirare il flusso riflusso dell’onda. Ora lo so: i politici del nostro Paese sono legulei che cercano scorciatoie per se stessi, raramente sono persone che si impegnano per cambiare la società per tutti. Noi disabili abbiamo lottato in questi ultimi decenni per raggiungere l’obiettivo della partecipazione attiva nella politica. Con dignità. Non dobbiamo vergognarci se non ci siamo riusciti. Loro, i cosiddetti normali che fanno politica inseriti in Lista, i candidati insomma che hanno sbraitato in ogni dove per “entrare”, li giudicheremo dai frutti che produrranno. Allora ci alzeremo per applaudirli, ma sarà difficile il compito senza la presenza dei protagonisti.

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