Scherzare con i disabili

Lo scrittore Claudio Magris è intervenuto con uno scritto sul Corriere sulle violenze perpetrate da alcuni ragazzi sul compagno down. Facile fare il sermone agli insegnanti, genitori, agli stessi disgraziati adolescenti. I “diversamente abili” (!) sono stati accolti nelle comuni classi della scuola quasi trent’anni fa. Nei susseguenti anni abbiamo masticato gli aspetti socio-psico-pedagogici dell’integrazione. Abbiamo mangiato pane e integrazione sia a scuola sia a casa. Io giravo l’Italia per convegni e seminari per spiegare la diversità. Ci sono voluti anni, ma ora mi è chiaro: l’integrazione è un’invenzione dei normali. Non esiste. Semplicemente perché non esiste la normalità.

Quel che è successo e succede in questi tempi contro le ragazzine e i disabili non sono azioni di normali, come prontamente vi definite. Ogni giorno mi trovo a scontrarmi contro l’assurdo; sì assurdità perché, se non lo fosse, queste problematiche sarebbero state risolte da tempo. E ora avremmo parlato di giovani con gravi indizi psichiatrici, trattandoli in certo qual modo. Siccome ad agire sono “i normali” che prevaricano sui “diversi”, non approderemo a niente…

Ci resta pertanto la riflessione amara che la scuola non serve a nulla. Lo riconoscerà chi mi ha seguito con le denunce alla ministra Moratti, del precedente governo, con Scuola di Silenzio, Lettera ad una Ministro (e dintorni), Armando editore, Roma. Sono stato profetico. La verità è che a questi ragazzi pasciuti e consumisti, vuoti di ideali e letture, saturi di immagini e verbosità non gli è stato insegnato nulla, nemmeno ciò che è evidente in classe con la presenza di ragazzi “diversamente abili”.

Ines Talignani, ex magistrato che ha scelto di divenire suora di clausura: “Ho visto l’abisso tra ciò che sono e ciò che chiedo di diventare.” Insegnanti, genitori, dirigenti scolastici non vedranno mai l’abisso perché egoisti, presuntuosi. La scuola, per scorgere la ricchezza portata dai ragazzi speciali, deve spogliarsi d’essere ambiente di normali per diventare “ambiente di persone”, allora sì sarà capace di notare chi ha vicino.

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