La voce,il suono, il canto

O sera che scendi
scendi
e cali
e avvicini la mia collina
(collina or desolata
dei miei mezzadri ferrigni
donne e uomini recitanti Pater e Ave)
rivedo, a te rivengo
insieme ai figli adulti;
d’improvviso mi stacco solo e pensoso.
Qui ho recitato l’alba di vita:
e i contadini di valle
sanno di me di allora
e di poi.

Non tutto è perduto!
C’è un soffio di brezza di mare
che dal porto ascende
le colline sin qui;
c’è la quercia sempre uguale;
c’è il lago che specchia negli occhi
tutte le albe di Bagnolo;
c’è un via vai di tabaccoli (1) e vergari (2)
che s’incamminano col bestiame
per la fiera di Recanati;
c’è al bivio la scuola rurale
dove il piccolo poeta
iniziò il viaggio con le aste e le macchie
d’inchiostro sullo zinale;
c’è sulla strada il sogno
e la speranza oltre l’Appennino
e la mia voce nel suono e canto.

1. Nella mezzadria l’addetto al governo del bestiame.
2. Il capo della mezzadria dal quale ognuno della casata prende ordini.

da Renato Pigliacampo, L’albero di rami senza vento, Iuculano editore, Pavia, 2006.

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