L’UNTO DEL SIGNORE

 

  

Sono certo che parecchi lettori ricorderanno che, il Signor B., all’inizio del suo governo si incensava d’essere «l’unto del Signore», o meglio il nuovo Messia che ci avrebbe portato nell’Eldorado, dimenticando d’essere – sebbene miliardario – anche lui un uomo mortale. Sono trascorsi parecchi anni del suo maneggiar politica, senza che avessimo, ancora oggi, chiara idea del motivo del suo “scendere in campo”.  Eccolo lì – questo Unto del Signore – secondo l’opinione di grandi giornalisti, di osservatori politici compiere nefandezze verso i leaders della sua coalizione  di governo. La miseria umana dell’uomo che ci governa appare evidente nella mancanza di carisma, se non altro di un operare mascherato, nel momento  delle difficoltà, nell’astuzia becera, di abilità di sapersi incensare e di manipolare il consenso sia mediatico che di solerti fans (a pagamento). Auspica vivere centotrent’anni. Glielo auguriamo perché non è degno di persona mortale gioire la morte del nemico politico, considerato che ci sono tanti “morti viventi” in Parlamento! Dall’esultanza del potere (“l’unto del Signore”) è sceso nel linguaggio peggiore di un bevitore d’osteria ubriaco, sino a bestemmiare Dio (così riportano tutti i giornali). La superbia e l’ottusità mentale non hanno limiti. Anche la rana voleva divenire voluminosa come il bue, ma fece male i calcoli scoppiando in mille pezzi. Così finirà il signor B.: e tutti i seguaci, d’inizio e   fine della sua  storia politica, una volta “esploso”  diranno  - ammaestrati dalle sue menzogne - di non averlo mai conosciuto.  Sono trascorsi mesi e mesi di diatribe sulla proprietà della “casa di Montecarlo”. Tutt’Italia, il mondo hanno visto che le “battaglie” nel nostro Paese avvengono - non per i programmi di governo e di migliorare le condizioni di vita dei cittadini - bensì per disarcionare l’avversario politico quando, costui,  si oppone  al leader, nel nostro caso a Silvio Berlusconi. L’ex-ministro del governo Craxi, Formica, ebbe a dire che la politica “è merda e sangue”, ma oggi è peggio ancora: è vergognosamente blasfema.  Il presidente della repubblica emerito, Oscar Luigi Scalfaro, che è credente e cattolico praticante inorridisce. E le parole di Aldo Moro sono chiaroveggenti: «La società di domani, quella che vagheggiamo e per la quale lavoriamo, ha bisogno di uno Stato impegnato, articolato, caratterizzato da una efficace cooperazione dei poteri e da una corretta e agile amministrazione.» Assistiamo, invece, che un deputato del partito del capo del governo, l’On. avv. Ghedini, stipendiato dai cittadini, dedichi tutto il suo tempo a tutelare le miserevoli faccende legali del suo leader; lo scontro - fomentato dallo stesso capo del governo – fra le massime Istituzioni non ha tregua; l’insulto, più che il dibattito primeggia nei massimi poteri politici e istituzionali; il dossieraggio sulle abitudine sessuali e gli investimenti economici dei  leaders albergano fra le fazioni politiche. L’unto del Signore, Deus et machina nel prendere per il naso i cittadini onesti d’Italia, sta concludendo il suo ciclo politico; e, mentre questo succede, mi allarma una cosa che, anche nell’Idv, ha lasciato il Signor B. funesti indizi del suo “far politica”. Auguriamoci che ADP se ne accorga in tempo perché, se non avverrà, tutte le battaglie portate avanti con tenacia e sacrifici, per un Paese che rispetti le Regole democratiche e le Istituzioni, andranno sperse come bolle di sapone.   

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