IL SIGNOR B.

                    Anche nell’Idv albergano i burattinai?

L’Idv è votato dagli elettori considerandolo partito che esprime due principi: la Giustizia e la Democrazia, ovviamente con i rispettivi corollari. Perciò dobbiamo essere leali con chi ci vota facendoci, prima che altri ce lo rinfaccino, la domanda se i dirigenti e/o coordinatori periferici sono selezionati su questi principi.  La «Giustizia» legale non è solo rispettare le leggi o le normative, rinfacciando sempre al Signor B. quelle leggi ad personam, è «più altro», per esempio, verificare se le leggi sociali (ma tutte le leggi oneste sono sociali perché tutelano i diritti delle necessità concrete dell’individuo) sono rispettate nell’Idv o, se gli eletti nello stesso, si adoperano a farle rispettare: penso alle leggi sull’integrazione scolastica dei disabili; alla partecipazione reale dei diversamente abili in seno al partito, implicando la presenza di personale qualificato che induce a farsene carico, iscriverli soltanto o sollecitarli a votare il tal dei tali, non risponde a democrazia, se non che a mera astuzia. La «Democrazia» è in  relazione con l’altra perché, chi critica, lo fa per un motivo spesso documentato, perché ritiene di aver subito un torto, cioè è stata offesa la giustizia. Troppi analfabeti politici e, di fatto, di democrazia seguono atteggiamenti di leader nazionali, propagandati dalla televisione (…).  Molti di costoro non hanno il minimo ritegno e obbediscono al Capo territoriale, che li “governa” per accrescere il proprio potere in una zona o regione. Sono valutazioni vecchie come… l’uomo che è in politica! Ma oggi, che l’informazione corre in tempo reale, induce a procedere con attenzione estrema, soppesare le parole, agire e decidere  collegialmente, l’autorità motu proprio non è ammissibile, soprattutto in un partito come il nostro che porta con sé l’icona di valori sanciti dall’impegno del proprio leader. Se Democrazia chiama Libertà, poniamoci la domanda: di che cosa? Non certo azzittire un iscritto urlandogli «Ti butto fuori dal partito!», oppure «Respingo la tua domanda d’iscrizione perché mi fai ‘ombra’!». Chi agisce così è uno che copia letteralmente il signor B. e, oltre a far male all’Idv, si rende ridicolo coinvolgendo chi gli permette tanto! La libertà allora nell’Idv sia fiamma viva che conviva con la critica. Risponde a vero l’opinione di quel filosofo che «a dare le risposte sono tutti capaci, basta articolare la bocca emettendo parole sonore, ma a far domande ci vuole la testa di un genio perché obbliga pensare». Essendo chi scrive non udente non necessita udire ma vedere: e mentre osserva la motilità dell’ interlocutore, nel cercare una risposta qualsiasi per trarsi d’impaccio con l’esercizio articolatorio, capisce che certuni sono al servizio nel partito per rafforzare (chi è davanti). Servo che non “costruisce” valori. E’ deplorevole chi non arriva a capirlo e, se ci giunge, si presta a quell’odioso gioco che lo fa diventare doppiamente biasimevole.  L’Idv abbia la dignità di non utilizzare questi individui.  www.renatopigliacampo.it

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