Plauso a chi non ci ha preso in giro

Quando si avvicinano le elezioni, di ogni tipo, molti candidati entrano in ansia. Una volta  accadeva anche a me. E più la fatidica data si avvicinava tanto più mi impegnavo, frenetico, con la mente in special modo, allenata alla percezione visiva, proiettata sulla scheda: e se ero candidato sognavo, di notte, voti voti voti che mi franavano addosso, mi soffocavano. Poi veniva il giorno della realtà, il giorno atteso, e mi avvedevo delle illusioni, delle prese in giro del “mio” partito. La verità è che, in Italia, i candidati con problemi di disabilità sensoriale o fisica sono raramente ‘aiutati’ dai propri partiti.  La politica, in Italia, è maschilista. Il rispetto della donna non c’è, tanto meno ci si schiera per lui, il mio amico disabile che ho scolpito nella epigrafe della prima edizione del mio Dizionario della disabilità, dell’handicap e della riabilitazione, Armando editore,  Roma, attualmente si sta  stampando la seconda edizione, con le parole di Bertrand Russell che predede la prefazione: «Tre  passioni, elementari e onnipotenti, hanno segnato la mia vita: lo struggente desiderio d’amore, la ricerca della verità e una compassione lacerante per le sofferenze del genere umano.» Adesso capisco perché mi buttavo avanti, in prima fila, perché amavo gli altri, tutti. Volevo superare le ipocrisie, gli egoismi di coloro che dicono “non posso”, “non ho tempo per te”, di chi fa il calcolo, gli strategi della politica che, con il manuale Cencelli, soppesa ogni voto. Io mi affidavo al voto dell’entusiasmo, della scoperta, dell’amore. Erano grida vuote, ingenue. Oggi “bisogna apprarire”, dicono gli studiosi della comunicazione (massmediologhi).  I problemi “nostri” dovremo, ancora una volta, delegarli agli altri, cioè a chi si dichiara “normale”. Ogni considerazione è vana. Attenderemo ancora, la prossima tornata elettorale. Mi vergogno a sfogliare le  migliaia e migliaia di leggi del “sociale”, perché so che  sono state proposte da clowns ubriacatisi nel Parlamento. Ho pena perché erano pagliacci e sono restati tali. Plaudo chi non ci ha  preso in giro.

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