Il lupo perde il pelo non il vizio

Che Berlusconi utilizzi le menzogne (non scrivo bugie perché è un attributo innocente, infantile) lo sa tutt’Italia ma che ostentasse per il proprio tornaconto politico le parole dei morti non lo sapevamo (…).
Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni trucidato  dalla mafia sull’autostrada per l’aeroporto di Palermo, ha tagliato corto alle estemporanee sortite sulla riforma della magistratura del capo del governo. Ha detto ai giornali: «Non si faccia dire a Giovanni cose mai dette.». Scommettiamo che, come accade di frequente, sua Emittenza controbatterà d’essere stato interpretato male. «Tutta invenzione dei giornalisti». Ma è insospettabile che settimanali come Famiglia Cristiana, o addirittura il segretario dell’Associazione magistrati, Giuseppe Cascini, ammettano: «C’è il rischio di fascismo… ».  All’incirca un mese fa il leader dell’Idv dichiarava siamo all’inizio di una «dittatura dolce». Di Pietro in lingua italiana non gioca di fioretto, parla con una semantica di getto. Tuttavia il fascismo non è mai “dolce”, è solo fascismo, va interpretato  sul fatto che i detentori di potere eludono le regole o le governano per il proprio tornaconto, soffocando ogni opposizione. Di Pietro conoscendo bene Berlusconi, per le vicende giudiziarie, ha colpito nella realtà. Se potesse, Berlusconi, eliminerebbe il ministero della Giustizia per fare amministrare i reati dai prefetti, in particolare contro coloro sollevino questioni di opposizione politica. Esperto com’è di leggi e regole ad personam se la caverebbe benissimo anche senza il ministro addomesticato Alfano.
A Piazza Navona l’8 luglio 2008 era stata invitata Sabina Guzzanti, maestra di satira. Ella aveva capito tutto, idem a Grillo, Travaglio, Moretti e un ristretto numero di persone che non hanno mandato al macero il cervello (…). Aleksandr Puskin aveva dichiarato: «Dove non arriva la spada della legge, là giunge la frusta della satira.» E’ evidente che Berlusconi teme i comici, l’unico antidoto all’addomesticamento cerebrale compiuto con le proprie televisioni e giornali. Purtroppo per lui Veltroni è «il gatto con i guanti (…) che non acchiappa i topi» (B. Franklin). Non è un caso che il topo di campagna di Montenero di Bisaccia, senza guanti e col suo parlare alla buona, ha intuito la politica del Cavaliere accentrata ad personam. Bisogna liberarsi da questo capo di governo che utilizza il piffero magico per imbrogliare gli ingenui topini sobillati dai voltagabbana, dagli arrivisti,  dallo sculettare delle veline, dagli pseudoartisti e dal sottobosco del potere. Berlusconi strappa dalla  bocca di Falcone frasi per riformare la Giustizia italiana con l’obiettivo finale che sia subalterna all’esecutivo, altro che magistratura indipendente! Eh sì, elementare ricordarlo: il lupo perde il pelo non il vizio.

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