Legge 23 dicembre 1978, n. 833

All’inizio del 1982 in Italia iniziarono ad operare le Aziende socio-sanitarie,  con la legge 23 dicembre 1978, n. 833 «Istituzione del servizio sanitario nazionale». Non era stato sufficiente dare il via alle nuove strutture, gran parte della gente addirittura si confonde sulle iniziali del nuovo organismo. Perché non tutte si chiamano allo stesso modo. C’erano quelle denominate aziende socio-sanitarie, oppure le unità  dei servizi socio-sanitari locali, e così via. Ogni regione italiana le aveva ‘battezzate’ secondo la propria filosofia. Per quanto riguarda i bambini con problemi sensoriali, per esempio i bambini ciechi o sordi, i comuni di residenza delegavano la riabilitazione e l’intervento proprio all’azienda sanitaria locale, che si estendeva (o si estende) per più comuni, o per una vasta zona di città. E’ il periodo in cui gli operatori sociosanitari (medici scolastici, assistenti sociali, pedagogisti, primi psicologi, ecc.) presenti nei comuni ‘passano’ all’ASL. Danno origine alle famose «equipe psicopedagogiche». Anche questa denominazione è variabile. Perché è indicata secondo il ghiribizzo del dirigente sanitario o il presidente dell’ASL. In molte regioni sono chiamate «équipe di riabilitazione», «équipe neuropsicopedagogiche», «équipe socioriabilitative di base» e altre nominazioni. Chi agisce in seno all’équipe per il bambino sordo? Abbiamo visto che la logopedista spadroneggia sia a scuola che nell’istituendo centro di riabilitazione dell’ASL.Taluni comuni avevano convenzioni con specialisti e altri operatori che, la nuova azienda, volendo o no, confermerà. Questi “esperti” avevano in comune soltanto la valutazione di scorgere nel bambino solo la menomazione sensoriale. Dunque la disabilità. Pertanto la proposizione era scontata: disabilità = handicap, svantaggio; abolire la disabilità, curarla, annullarla o dominarla con interventi radicali (chirurgici) o supporti proteseici facevano sì che il soggetto divenisse «normale» o «integrato con i normali». Per decenni nelle aziende socio-sanitarie locali équipe multidisciplinari promuovono la cultura del coattismo riabilitativo: e non solo per i sordi, i quali «devono imparare a parlare». I vecchi pedagogisti sono soppiantati dagli psicologi, che fanno comunella con i neuropsichiatri infantili. Ricordiamo che in Italia le prime lauree in psicologia saranno consegnate a metà degli anni ‘70. I pedagogisti, che operavano nelle équipe prima dell’apparire degli psicologi, furono lo stesso accolti honoris causa nell’albo professionale degli psicologi ex lege, ma sempre malvisti dagli psicologi con titolo academico specifico. I conflitti per l’integrazione degli «handicappati» sono quotidiani nelle équipe perché il bambino - con problemi d’udito - è valutato su presupposti differenti dai componenti dell’équipe. Il fervore di iniziative  nel territorio dell’azienda sociosanitaria è positivo per taluni disabili. Tutto ciò era stato preceduto da un evento molto importante: l’anno internazionale degli handicappati del 1981.

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